Arzeno d’Oneglia è un piccolo borgo affascinante della Valle Impero, costruito sul crinale che scende dal Colle di San Bartolomeo. Si sviluppa lungo l’antica strada Reale, che un tempo collegava Oneglia al Piemonte. Oggi conserva ancora il suo aspetto originario, offrendo ai visitatori un’atmosfera autentica e tranquilla.
Nel cuore del paese si trova la Chiesa Parrocchiale di San Benedetto, affiancata da un oratorio in stile barocco. I due edifici condividono un grande campanile in pietra con base quadrata e un portico alla base. Probabilmente, in passato questa torre serviva per controllare la vecchia strada. Il restauro del 2012 ha riportato alla luce alcuni segni della sua probabile origine romanica.
Salendo a circa 600 metri di altitudine, si raggiunge il Santuario di Nostra Signora di Loreto, costruito tra il 1600 e il 1630. Si trova lungo una strada sterrata che parte da Arzeno e arriva al Passo di San Bartolomeo. Il santuario ha una sola navata con volta a botte e un portico in mattoni. All’interno, si può ammirare un bassorilievo in stucco del XVII secolo che raffigura la Madonna col Bambino. In passato, sopra il cornicione, c’era anche una statua in marmo della Madonna di Loreto, poi purtroppo rubata.
A luglio, Arzeno ospita la tradizionale Festa del Grano, molto sentita da chi vive qui e da chi torna ogni anno. Durante la giornata, gli abitanti rievocano la battitura del grano con macchinari manuali d’epoca. Le persone più anziane ritrovano ricordi preziosi, mentre i più giovani scoprono un lavoro agricolo che ha segnato la storia di questo territorio. Le macchine, oggi perfettamente funzionanti, arrivarono ad Arzeno negli anni Trenta come premio per l’alta produzione di grano raggiunta allora. Un restauro accurato ha permesso di conservarle nel tempo.
Ad inizio del 2024 Chiusavecchia sta rivivendo una rinascita commerciale grazie all’apertura di nuovi negozi come il bar alimentari e la macelleria e la tabaccheria storica resiste!
Appunti gastronomici su Chiusavecchia…
Le tradizioni gastronomiche di Chiusavecchia e della Valle Impero sono fortemente legate alle abitudini della vita contadina. La cucina si basa soprattutto sull’utilizzo di materie prime e povere ma ben elaborate. Tra i piatti ricordiamo il “cundiun” tipica, fantasiosa e variopinta insalata a base di verdure crude: dai pomodori (raccolti negli orti) che rappresentano la base per la preparazione, alle fresche cipolline, cetrioli, aglio, basilico ed olive, uova sode il tutto condito da un pizzico di sale e dal qualcne cucchiaio di olio extra vergine di oliva che rende particolarmente gustoso il piatto. Tra gli altri piatti sono ancora da ricordare la torta verde (torta farcita con ripieno di verdure), la cima (involucro di carne farcito da verdure amalgamate con uovo), la farinata(chiamata frisciulata ovvero focaccia a base di farina di ceci con sale olio e cotta al forno)ed infine le frittelle di cipolla.
Le nostre tradizionI
A Sarola, ogni anno si tiene il tradizione Pasto del Giovedì Santo che rappresenta la rievocazione dell’Ultima Cena di Gesù. Questo rito nel piccolo borgo vanta origini antichissime secondo usanze immutate nel tempo e con entusiasmo viene mantenuto vivo dagli abitanti.
A questo avvenimento possono partecipare solo gli uomini, le donne invece preparano il pranzo e le più giovani lo servono a tavola (a differenza di Cesio dove invece alla componente femminile è proibito partecipare) e ciascun commensale deve provvedere a portare da casa la mandià (un grosso fazzoletto annodato) contenente i piatti, le posate, il bicchiere ed il fiasco di vino.
Da secoli il menù di magro che costituisce “U Pastu” non varia. Si va dalle acciughe sott’olio alla pasta condita con il sugo di noci, al merluzzo bollito, fritto ed in agrodolce. Per chiudere sono servite tre noci a testa. Al termine della cena viene intonato il Miserere.
CHIUSAVECCHIA
Festeggiamenti in onore del Santo Patrono San Biagio 3 febbraio
Il 3 febbraio è il giorno dedicato a San Biagio patrono del paese. Attualmente questa festa, sempre meno celebrata, non riveste più l’importanza che aveva nei tempi passati.
Parecchi anni or sono in questo giorno il paese viveva un’atmosfera tutta particolare. Le persone cominciavano a festeggiare fin dal mattino, molta gente giungeva dai paesi vicini restandovi tutto il giorno e spesso anche alla sera tardi perché vi erano grandi festeggiamenti. Al mattino, così come al pomeriggio partecipavano tutti quanti alle Sante Messe (una al mattino ed una al pomeriggio) celebrate in onore di San Biagio. Si racconta che terminata la funzione pomeridiana si portasse il busto del Santo in processione per il paese.
Ma i portatori erano spesso stanchi e le fermate alle osterie obbligatorie. Lì in nome… del Santo e della sua religiosità, si brindava fino a quando i bicchieri di vino si scioglievano in canti. Era una festa poco religiosa ma era l’anima della gente semplice e sicuramente sarà stata accolta dal Santo con benevola tolleranza! Alla sera vi era anche il ballo e data la numerosa presenza di persone, era diviso in due “piste” ovvero una sulla piazza principale e l’altra sul “canto” una via secondaria ovvero la Via Poeta Pellegrino. Da alcune testimonianze scritte si desume che nel secolo scorso il 3 febbraio alle celebrazioni religiose vi era anche una grandiosa fiera dedicata soprattutto alla compravendita di maiali. Oggi dei festeggiamenti del passato rimane solo il bel ricordo, non vi è più la fiera e nemmeno l’allegria che invadeva per un giorno tutto il paese……bei tempi!
FIERA DEL 1° GIUGNO
La fiera è una tradizione che fortunatamente resiste nel tempo, anche se ha perso molto del suo antico significato ovvero la compravendita di bestiame. Oggi tale commercio è molto diminuito, è rappresentato per lo più da banchi di altro genere: scarpe, vestiario, fiori, giocattoli etc.. ma la fiera è una delle occasioni per vedere Chiusavecchia così affollata e viva.
Alla sera, terminata la fiera i festeggiamenti continuano presso il campo sportivo, la nuova struttura situata in fondo al paese, dove oltre ad una piacevole serata danzante con un’orchestra vi è la sagra organizzata da una associazione locale. Sono preparati i piatti tradizionali della cucina ligure ed occorrono molte ore per la preparazione di queste pietanze, ma la fatica è ampiamente ricompensata da una numerosa partecipazione di persone che accorrono non solo dai paesi vicini ma anche dai centri della riviera. Scorre così la serata in allegria: tra cibo, musica e qualche bicchiere di buon vino.
8 SETTEMBRE
E’ una giornata speciale dedicata ai festeggiamenti della natività di Maria. Durante il giorno le funzioni religiose si celebrano presso il Santuario dell’Oliveto posto sopra il paese ed al pomeriggio si svolge la celebre processione con la presenza di numerose statue portate a spalla da uomini. La processione si snoda per le vie del paese e ritorna al Santuario.
Nella settimana “dell’otto” sono organizzate anche alcune manifestazioni di tipo culturale, folcloristico e sportivo. Si gioca “alla balletta” (pallapugno) con la presenza di squadre rappresentanti i vari rioni del paese, alla sera si assiste alla rappresentazione di commedie dialettali recitate da compagnie locali.
Negli ultimi anni è prevista anche una serata con cena a base di trippe che è organizzata presso “la contrada dei belli” (l’antica strada per il Piemonte); a questa manifestazione è prevista la partecipazione di numerose abitanti del paese e di coloro che tornano a Chiusavecchia per passare le proprie ferie.
La serata si conclude con una piacevole serata danzante .
PERIODO NATALIZIO
Presepe di Olivastri
Situato nel vecchio forno del paese, viene realizzato tutti gli anni, con alcune statue sono state realizzate a mano. Il presepe ogni anno torna a rivivere nell’antico forno con le volte annerite dalla fuliggine in una magia di suoni di luci e di colori. L’umido odore del muschio avvolge e quasi protegge piccoli personaggi, alcuni animati, così come la donnina che macina il caffè o due ometti intenti all’abbacchiatura delle olive o con l’allegro sgocciolio dell’acqua e lo scricchiolio lento della ruota del mulino. Silenziosi asinelli lavorano alla macina del “gumbo a sangue”; cuppi e ciappe si rincorrono sui tetti delle case. Il tintinnio della campana della chiesa e il suono di una melodia nascosta fanno da colonna sonora a questo piccolo mondo antico fatto di tante piccole cose semplici e piene di ricordi
Le curiosità su Chiusavecchia
Tra le vicende storiche salienti, va ricordata l’occugazione degli Spagnoli che nel 1614 erano sbarcati ad Oneglia con una flotta di 56 galere. Nel 1692 proprio da Chiusavecchia giunse la riscossa dei miliziani del luogo che in questa occasione riuscirono a respingere l’assalto dei francesi sbarcati ad Oneglia. Quelle gesta eroiche vennero narrate dal poeta-chierico Pellegrino da Chiusavecchia, 1n un’opera celebrativa in 926 versi scritti in latino, seguendo uno stile virgiliano. A Pe.llegrino è dedicata una strada interna del paese, che un tempo era la via principale .
Chiusavecchia è anche luogo natale di una delle più famose soprano nel mondo: Mariella Devia.
Da tempo Chiusavecchia, insieme ad altri paesi della Valle Impero, Arroscia e del Basso Piemonte hanno deciso di formare un’associazione che prende il nome di Via del Sale – Strada Reale e che ricalca l’antica strada che i prodotti percorrevano per gli scambi commerciali. Questa iniziativa è nata grazie ai forti legami che da sempre uniscono questi territori. Gli enti coinvolti sono caratterizzati dall’avere sul proprio territorio e nella storia caratteri comuni. Ciò assume particolare rilevanza per la riqualificazione ambientale e la valorizzazione delle risorse.
Mulino di Roccanegra o di Chi otto: da poco tempo è stato restaurato e riportato sull’antico .stile. E’ un centro per lo svolgimento di attività culturali come mostre e convegni.
Chiusavecchia e la valle Impero vantano una bottega storica la cui attività risale al 1800; è la tabaccheria della piazza principale. Vanta arredi storici e con una storia da raccontare!
Le nostre manifestazioni
MANIFESTAZIONI
FEBBRAIO
3/2 Chiusavecchia: festeggiamenti in onore dei Santi Patroni: San Biagio e San Francesco di Sales.
PERIODO PASQUALE: Sarola tradizionale Cena Domini
GIUGNO
2/6 Chiusavecchia: tradizionale fiera lungo la via principale. In serata sagra e serata danzante.
LUGLIO
16/7 Olivastri: festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine. SETTEMBRE:
8/9 Chiusavecchia: festeggiamenti in onore della nascita di Maria. NOVEMBRE
21 /11. Olivastri: festeggiamenti in onore della Presentazione della Vergine al Tempio
Frazione Gazzelli. Clicca sulle foto x ingrandirle
…e le sue frazioni
Frazione Castello
Frazione Castello
Appunti gastronomici su Chiusanico…
Un posto d’onore nella gastronomia della Valle è dedicato alla pasta fatta in casa. Anche in questi tre borghi le tagliatelle, i ravioli o gli gnocchi, in tempi passati, rappresentavano il cibo della domenica o da consumare solo in occasioni di feste solenni.
Le nostre tradizioni
Pastun: era il pasto del Giovedì Santo, preparato dalla locale Confraternita dei Disciplinanti che organizzava anche, annualmente, la “Tragedia” ossia la sacra rappresentazione della Passione di Cristo a cui partecipavano tutti gli abitanti di Torria che impersonavano i vari personaggi della passione.
Purtroppo queste tradizioni sono solo un ricordo, furono sospese verso gli anni Venti del secolo scorso. Rogazioni: erano funzioni religiose con il fine di implorare un buon raccolto. Venivano effettuate in tutti i paesi della Valle Impero e si ripetevano tre giorni consecutivi nel periodo dell’Ascensione (quaranta giorni dopo Pasqua).
Le curiosità su Chiusavecchia
La prima scuola di grammatica a Torria è legata alla figura del Rev. Bernardo Talone fu Pietro che visse nel Seicento. Egli risiedeva a Genova ma sosteneva con risorse finanziarie l’opera di istruzione pubblica. La scuola era legata all’Oratorio della Decollazione di San Giovanni Battista e durò 2 secoli, fino al 1847 anno in cui l’istituzione passò in carico al Comune. I
Le nostre manifestazioni
CHIUSANICO
10 AGOSTO (sabato e domenica)
Festeggiamenti in onore di San Lorenzo.
PRIMA DOMENICA DI OTTOBRE
Festeggiamenti in onore della Madonna del Rosario. Processione per le vie del paese accompagnata dalle note di una banda musicale. Alla sera l’appuntamento è rinnovato con la sagra e la serata danzante allietata da una proposta di cibi tipici.
26 DICEMBRE
Festa patronale di Santo Stefano
GAZZELLI
30/11 Festa patronale in onore di Sant’Andrea
2/7 Festa della Madonna degli Angeli
3^ dom. settembre Festa della Madonna Addolorata
periodo natalizio: presepe allestito in un vecchio frantoio del paese.
TORRIA
11/12 Festa patronale di San Martino: celebrazioni religiose e processione
5/8 Festa della Madonna della Neve – Festa dell’Assunta
16/8 Festeggiamenti di San Rocco
CHIESA PARROCCHIALE DI SANT’ANDREA: è in stile barocco; all’interno custodisce il bel dipinto “Elisabetta che visita la Vergine”, opera attribuita ad alcuni artisti risalenti al XVII secolo tra cui D. Piola. Inoltre è presente un pregevole organo realizzato nel 1844 dalla ditta Nicomede Agati.
SANTUARIO DELLA MADONNA DEGLI ANGELI O DELLA VISITAZIONE : è situato nei pressi di Gazzelli, circondato da una ricca vegetazione; questo edificio sacro possiede un bel portico, anticamente usato come ricovero per i viandanti ed i fedeli.
Nelle vicinanze vi è una fonte ed un pilone che custodiva la statua marmorea della Vergine (opera settecentesca genovese). L’interno è a navata unica con due cappelle laterali e anticamente sull’altare era esposto il quadro “Visitazione di Maria a Santa Elisabetta” tradizionalmente assegnato ad artisti del 1600 e custodito tuttora nella parrocchiale di Sant’Andrea. Festa il 2 luglio con processione.
Tra storia, uliveti e antiche tradizioni liguri
Lucinasco è un affascinante borgo di crinale situato in posizione panoramica, da cui si dominano le verdi valli dell’Impero e del Maro. Circondato da colline ricoperte di ulivi, questo piccolo paese dell’entroterra ligure conserva un’atmosfera autentica e silenziosa, perfetta per chi cerca la bellezza dei luoghi semplici e carichi di storia.
Le sue origini risalgono all’epoca romana, quando era un fondo agricolo, e nel corso dei secoli fu parte della signoria del Maro, passò ai conti di Ventimiglia, quindi ai Lascaris, fino a diventare dominio dei Savoia. Oggi, Lucinasco racconta questo ricco passato con il suo centro storico ben conservato, le chiese rurali, le fontane e soprattutto con il suo Museo Contadino, che raccoglie oggetti e testimonianze della vita contadina tradizionale.
Grazie alla presenza di antichi frantoi ancora attivi, l’olivicoltura è oggi una delle principali attività del territorio, insieme all’ospitalità rurale. Le aziende agrituristiche nate negli ultimi anni valorizzano i prodotti tipici e offrono un’accoglienza genuina, immersa nel verde.
Lucinasco è stato anche riconosciuto come “Villaggio Ideale d’Italia”, in un sondaggio nazionale che ha premiato la qualità della vita, la bellezza del paesaggio e il senso di pace che questo luogo sa trasmettere a chi lo visita.
Appunti gastronomici su Lucinasco.
Tra le pietanze tipiche della Valle lmpero, incluso Lucinasco, ricordiamo senz’altro le cipolle ripiene oppure i fiori di zucca ripieni che sono un piatto molto gradito soprattutto nella bella stagione, da consumare in occasione di scampagnate.
Le nostre tradizioni
“LO SPAUDO”: anche a Lucinasco, come in tutti i paesi della Valle, era esistente questa tradizione. Era una “tassa” che interessava coloro che sposavano una ragazza di un paese diverso del proprio. L’offerta consisteva in una somma di denaro o più semplicemente in una bevuta, dopo la cerimonia.
Le curiosità su Lucinasco.
I Piloni
E’ questo un tipico fenomeno della civiltà e della religiosità contadina ligure: rappresentano un evidente parallelismo con le nicchie edicole di ambiente urbano, una sorta di arredo rurale di umile quanto stimolante presenza culturale.
Prima di giungere al paese si possono ammirare le testimonianze della civiltà contadina: una casella ed un deposito per la macerazione della canapa.
A Borgoratto nacque Don Abbo il Santo, prese la messa ad Albenga nel 1887. Fu parroco in vari paesi ed insegnò ai ragazzi della vallata. Fu nominato cappellano delle carceri di Oneglia dove morì in un bombardamento. Ora riposa nella cappella di San Giuseppe situata nella verde campagna tra Borgoratto e Lucinasco. La figura di Lazzaro Acquarone è poco nota ma meriterebbe un’accurata rivalutazione. Visse tra il 1500 ed il 1600 e fu mercante, ma anche abile scultore e si dedicò per proprio piacere alla lavorazione dei marmi e delle pietre per adornare le chiese del proprio paese.
Le nostre manifestazioni
APRILE Borgoratto: festeggiamenti in onore della Madonna del Buonconsiglio
LUGLIO: Lucinasco
ultima domenica: festeggiamenti in onore della Maddalena (chiesa della Maddalena)
27/07 Borgoratto: festeggiamenti in onore del Patrono San Pantaleo
SETTEMBRE:
2/9 Lucinasco: festeggiamenti in onore di Sant’Antonino. Festa patronale,
Domenica dopo 8 sett. Lucinasco festa alla Cappelletta – folclore, buona cucina e musica.
Appunti gastronomici su Cesio.
Rispecchia le tradizioni gastronomiche della valle con piatti semplici ricavati dai prodotti dell’orto.
Le nostre tradizioni.
Il Pasto. Nel borgo di Cesio esiste una tradizione che si rinnova ogni anno nella Settimana Santa: è “U Pasto”, la cena domini che viene organizzata il Giovedì Santo dalla locale Confraternita dedicata a San Giovanni Battista. Alla cena possono partecipare solo gli uomini del paese ed è servita dai confratelli più giovani, le donne sono completamente bandite, la preparazione dei cibi viene effettuata dai confratelli più esperti. Ognuno deve provvedere a portare la “mandià” costituita dai piatti, dalle stoviglie e dalle bevande raccolti in un grande tovagliolo annodato. Il menù si tramanda invariato secondo la tradizione ed è incentrato sul pesce merluzzo.
La cena viene aperta dall’antipasto costituito da tonno sott’olio, acciughe salate, olive in salamoia e verdure tradizionali invernali.
Alla fine della cena vengono poi intonati alcuni canti: il Miserere, il De Profundis ed anticamente veniva anche cantato il Te Deum.
In seguito i partecipanti alla confraternita partono dalla sede e si recano presso l’oratorio della medesima e dove viene nominato il successore del Priore.
Le curiosità su Cesio
Le chiese di San Bartolomeo- San Giacomo e San Benedetto di Arzeno, collocate lungo i tre assi viari che salgono al colle, furono probabilmente, nel basso medioevo, tre strutture assistenziali e benedettine. Fecero tutte parte di un’unica parrocchia e, nei secoli successivi, furono sottoposte all’Ordine di San Giovanni.
Le nostre manifestazioni
MAGGIO
Cesio
Festa religiosa di San Gottardo con processione ed esibizione della banda – Torneo di bocce
LUGLIO
Fraz. Arzeno
San Benedetto festa patronale
Fraz. San Bartolomeo
31/07 Festa Patronale di Sant’Anna
SETTEMBRE
Fraz. Cartari tradizionale processione
NOVEMBRE
13/11 Fraz Cartari. festa patronale
13/12 Cesio Festa patronale di Santa Lucia
DICEMBRE
12/12: Cesio
Festa di Santa Lucia
Cesio:
Notte di Natale Santa Messa di mezzanotte con presepe vivente
Il paese è conosciuto anche per la sua gastronomia: la buridda è il piatto che identifica subito questo bel borgo in Valle Impero!
Appunti gastronomici su Caravonica…
Sagra della Buridda: vera specialità di Caravonica, accompagnata da vini locali: il Vermentino, il Pigato e l’Ormeasco. La ricetta per preparare questa pietanza vede la presenza di cipolla, uno spicchio di aglio, un gambo di sedano, mezza carota, un ciuffo di prezzemolo, un pomodoro, due filetti di acciuga, gronghi, boldrò, sale, pepe, farina.
Le nostre tradizioni
SETTIMANA SANTA
Anche a Caravonica, anticamente, erano previste cerimonie per tale ricorrenza.
Il Mercoledì Santo era d’uso offrire ai ragazzi “una micca” ovvero un tozzo di pane dalla caratteristica forma ovoidale leggermente appuntito e il giorno dopo, ovvero il Giovedì Santo, si ripeteva lo stesso rito riferito gli uomini che ricevevano anche mezzo litro di vino.
IL GIORNO DELCORPUS DOMINI
Le vie del paese erano cosparse di fiori di ginestre che i ragazzi raccoglievano nei boschi per la solenne processione che attraversava il paese.
S.ANTONIO
Quando arrivava la festa di Sant’Antonio, il 13 giugno i giovani erano contenti perché finalmente si poteva ballare. L
Un tempo a Sant’Antonio la fiera si svolgeva sulla piazza della Madonna delle Vigne dove erano presenti anche quattro osterie; di Sant’Anna, del Gelsomino, della Castagna e della Noce.
SAN MICHELE
In questa giornata dedicata ai festeggiamenti del Santo si svolge la processione che prevede la presenza della statua, opera di uno scultore genovese vissuto nell’Ottocento. La statua raffigura San Michele nell’atto di sconfiggere il diavolo, rappresentato dal dragone.
Le curiosità su Caravonica
Sacra Sindone: a Caravonica transitò e sostò la duchessa di Savoia che fuggiva dall’assedio di Torino portando con sé la Sindone prima di proseguire verso Imperia ed imbarcarsi per Genova. Tutto ciò accadde nel corso del XVIII secolo. Si trattenne a Caravonica nel palazzo De Thomatis chiamato, appunto per ciò che accadde, il palazzo della Contessa. La reliquia religiosa però non fu mostrata agli abitanti.
Caravonica fu anche la patria degli architetti Ponzello che operarono a Genova e furono i protagonisti delle grandi trasformazioni urbanistiche di questa città nel corso del XVI secolo. Passarono poi al servizio dei Savoia ela loro opera non fu presente solo in Liguria ma anche in vari luoghi dell’Italia nord. Il mulino di proprietà in Caravonica venne poi ceduto e a partire dal XVIII si persero le tracce di questa famiglia.
Anticamente, il borgo di Caravonica era posto proprio sulla strada che conduceva in Piemonte, quella strada che poi, quando la valle di Oneglia fu acquistata dai Savoia, prese il nome di Strada Regia del Piemonte. Questa via era percorsa da carovane di muli che portavano l’olio e il sale nell’entroterra ritornando carichi di grano. Certuni sostengono che Caravonica derivi appunto dalle carovane che vi transitavano numerose.
C’è però un’altra leggenda, molto più poetica. Si racconta che ci fosse un tempo una bellissima fanciulla di nome Nice, dotata di una voce incantevole. Quando andava a pascolare le sue pecore cantava nel silenzio dei prati, la sua voce si spargeva all’intorno e i contadini sospendevano il lavoro per godere quella melodia: la cara voce di Nice, cara vox Nicae e da qui sarebbe derivato il toponimo.
Nei dintorni di Caravonica vi sono le piccole grotte e le fonti sorgive della Bramosa.
La storia del Santuario della Madonna delle Vigne pare sia legato ad una leggenda.
Le nostre manifestazioni
GIUGNO
Caravonica
(2^ settimana) Fiera e festa di Sant’Antonio e sagra della Buridda (sabato e
domenica)
SETTEMBRE
Caravonica
29/09 Festa patronale di San Michele Arcangelo
Un piatto tipico di Aurigo e dell’intera provincia di Imperia è rappresentato dalla torta verde (a turta de gè) che, anticamente in questo borgo veniva chiamata
“L’Alleluja” perché doveva essere pronta per il suono della campana del Gloria del Sabato Santo e non poteva essere consumata prima che il parroco l’avesse benedetta
Oltre all’olio, un P,rodotto che rende fieri gli abitanti di Aurigo è il pane che vanta una notevole traaizione tramandata di paare in figlio.
Aurigo era famoso per i FICHI: i contadini mettevano a dimora una piantina ogni volta che rifacevano un muretto a secco negli uliveti e gli aurighesi erano chiamati “figalei”, amanti dei fichi, dagli abitanti dei paesi vicini. Anticamente i fichi secchi costituivano una notevole risorsa economica: infatti era una delle pochissime forme di assunzione zuccherina. Inoltre questi frutti costituivano merce di scambio con le patate prodotte dai contadini dei paesi dell’alta Valle Arroscia e dell’alta Valle Tanaro.
L
Nel territorio di Aurigo esistono numerose edicole, chiamate anche piloni, che ripercorrono il paese ed arrivano fino alla chiesa di Sant’Andrea.
Inoltre è d’obbligo accennare alla predisposizione degli aurighesi alla musica in tutte le sue forme: dalle manifestazioni sacre e profane, alle serate di corteggiamento, alle canzoni da osteria, dai canti confraternali agli inni religiosi.
Ad Aurigo esiste una tradizione molto antica che viene portata avanti da un gruppo di appassionati (battagliatori) che fanno suonare le campane con le braccia e le gambe con l’ausilio di corde divulgando così dall’alto del campanile vere e proprie melodie.
Aurigo
Giugno
Festa patronale di San Paolo, sagra e serata danzante
Agosto
15/08 Festa dell’Assunzione della Beata Vergine
Settembre
21/09 Festa della Beata Addolorata
Novembre
30/11 Festa di Sant’Andrea e processione verso l’antica chiesa dedicata al Santo.
Poggialto
Febbraio
09/02 Festa di Santa Apollonia
Agosto
17-20/08 Festa di San Bernardo
Ottobre: Festa della Vergine del Rosario
Questo edificio sacro risale al XVII secolo ed è in stile barocco.
L’interno è a navata unica, trasformata dall’artista locale Filippo Marvaldi in un edificio a croce latina.
Si possono ammirare: uno splendido crocefisso ligneo, il gruppo marmoreo della Madonna con il Bambino e la statua della Beata Vergine.
La chiesa si trova poco sopra il borgo, fu eretta nel 1100 e poi ricostruita in stile barocco. Svolse anticamente la funzione di chiesa parrocchiale prima che la popolazione si raccogliesse attorno al castello . Accanto alla chiesa vi è il campanile-torre che era collegato con la “Colombera” una torre di cui non esiste che la base quadrangolare, che era una delle strutture a difesa della valle.
Borgo storico sul percorso del Ponente ligure
San Lazzaro Reale è un affascinante borgo della Valle Impero, situato in posizione strategica alla confluenza tra il rio Trexenda e il torrente Impero. Arroccato su un pendio soleggiato, questo piccolo centro conserva ancora oggi il fascino del suo passato, legato ai grandi itinerari del Ponente ligure.
Il borgo si sviluppa lungo un antico tracciato viario: da qui passavano le mulattiere storiche che, partendo da Oneglia, si diramavano verso il Piemonte e i borghi di crinale e fondovalle della valle. Questi percorsi, fondamentali per il commercio e le comunicazioni nei secoli passati, rendono oggi San Lazzaro un punto d’interesse anche per gli amanti del trekking e della scoperta lenta del territorio.
Un importante segno di questo passato è lo storico ponte in pietra, costruito alla fine del XV secolo e ancora ben conservato. Con le sue due arcate, attraversa il torrente Impero ed è uno dei simboli architettonici del borgo.
La chiesa parrocchiale ospita un interessante trittico della Madonna col Bambino, opera attribuita alla bottega dei Guidi da Ranzo, pittori attivi nel XVI secolo nel Ponente ligure.
San Lazzaro Reale vanta anche un legame con una figura di rilievo nella storia della botanica italiana: Rinaldo Corradi (al secolo Bartolomeo, 1896-1976). Nato nel borgo, Corradi fu tecnico presso l’Erbario Centrale Italiano dell’Università di Firenze. Partecipò a numerose spedizioni botaniche in Africa e collaborò alla stesura dell’Erbario Passerini, includendo molte specie raccolte proprio nel territorio della Valle Impero.
Numerose piante tipiche della regione, come la Campanula sabatia (endemica ligure) e il Crocus ligusticus (delle Alpi Occidentali), furono raccolte da lui nella sua tenuta a Pagan, testimonianza dell’unicità botanica di questi luoghi.
L’economia locale resta oggi legata alla tradizione agricola e, in particolare, alla coltivazione dell’olivo e alla produzione di olio extravergine di oliva, attività che ancora oggi caratterizzano il paesaggio e l’identità del borgo.
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