AURIGO
Benvenuti nel paese dove il suono delle campane è arte!!
Aurigo è un tipico borgo ligure di crinale situato lungo la Valle del Maro, all’incrocio di antichi itinerari, in una posizione privilegiata e ben esposta al sole (il suo nome deriva da “apricus” soleggiato). Storicamente fu feudo dei conti di Ventimiglia, quindi per discendenzarémminile dei De Gubernatis ed infine dei Ferrero. Storicamente seguì le vicende della Signoria del Maro ed il ramo dei De Gubernatis dei conti di Ventimiglia -Lascaris, imparentati in seguito con i Ferrero di Alassio, vi stabilirono la loro residenza. La popolazione di Aungo si è sempre dedicata all’olivicoltura, ma anticamente era anche diffusa la coltivazione dei cereali e la produzione d1 vino e l’allevamento. Ai giorni nostri sono presenti attività artigianali quali panifici, falegnamerie ed imprese edili.
Informazioni varie
Gastronomia
Appunti gastronomici su Aurigo …
Un piatto tipico di Aurigo e dell’intera provincia di Imperia è rappresentato dalla torta verde (a turta de gè) che, anticamente in questo borgo veniva chiamata
“L’Alleluja” perché doveva essere pronta per il suono della campana del Gloria del Sabato Santo e non poteva essere consumata prima che il parroco l’avesse benedetta
Oltre all’olio, un P,rodotto che rende fieri gli abitanti di Aurigo è il pane che vanta una notevole traaizione tramandata di paare in figlio. AttuaTmente sono due i forni in attività: – Panificio Bergonzo che risale al T928 ed è giunto alla quarta generazione. La specialità di questo forno è il ane integrale. – Panificio Arrigo situato nella frazione Poggialto, appena sopra l’abitato dì Aurigo ed è alla terza gene,raziorie di panetti.eri. Due sono le specialià : il pane integrale e la “grissa”: segni particolari sono 11 colore dorato e la consistenza croccante con poca mollica. La lavorazione è effettuata a mano.
Tradizioni
Le tradizioni di Aurigo.
PAGARE LA DECIMA L’usanza era quella di fare un’offerta al parroco del paese, che poteva consistere in una somma di denaro o, per le famiglie meno agiate, in P,rodotti della terra: dal grano, ai legumi, frutta secca ecc. Tutto questo accadeva 11 giorno di Ognissanti e per ringraziamento il parroco offriva una piccola candela da portare nèl cimitero sulla tomba dell’ultimo familiare deceduto.
Aurigo era famoso per i FICHI: i contadini mettevano a dimora una piantina ogni volta che rifacevano un muretto a secco negli uliveti e gli aurighesi erano chiamati “figalei”, amanti dei fichi, dagli abitanti dei paesi vicini. Anticamente i fichi secchi costituivano una notevole risorsa economica: infatti era una delle pochissime forme di assunzione zuccherina. Inoltre questi frutti costituivano merce di scambio con le patate prodotte dai contadini dei paesi dell’alta Valle Arroscia e dell’alta Valle Tanaro.
La Settimana Santa prevedeva alcune usanze particolari ad Aurigo: A cuggia d’ove: era un rito legato alla Benedizione delle case, che nel dopoguerra veniva effettuata il Sabato Santo. Le massaie di ogni famiglia, provvedevano a sistemare un paio o due paia di uova, a seconda del1etto se singolo o matrimoniale, ed il sagrestano finita la cerimonia le ritirava per consegnarle al prete. Le uova occorrevano per la preparazione della torta verde-(l’Alleluia) che veniva offerta la domenica a tutti i collaboratori della parrocchia.
Grixua d’ove: erano uova colorate che anticamente i bambini preparavano per festeggiare la Pasqua, invece delle uova di cioccolato. Erano lessate in petari di g1agg1olo.
La confraternita di San Giovanni Battista era dedita alla cura delle cerimonie legate alla Settimana Santa. Il Giovedì Santo era dedicato all’adorazione del Santo Sepolcro allestito presso la chiesa parrocchiale (con ornamenti, drappi, luminarie e candele disposte fra piatti di grano e sagome di angeli dipinte su cartone) seguita poi dalla processione che si snodava verso la chiesa di Sant’Anéf rea intonando il “Miserere” e lo “Stabat Mater”. Si procedeva poi alla lavanda dei piedi e la Cena Domini, ormai caduta in disuso.
A rebutta (la cavallina) era una filastrocca che veniva recitata dai bimbi che scorrazzavano lungo le vie del paese.
PALLONE ELASTICO O PALLAPUGNO Anche ad Aurigo, come in altre località della Valle Impero, un gi.oco praticato è la ballatta,che ancora. oggi, come nel passato vede numerosi estimatori. Questo sport e praticato, solitamente, nelle strette vie dei borghi, con tornei tra squadre appartenenti ai diversi rioni del paese. I giocatori della balletta di Aurigo si proteggevano il palmo della mano oattente con una striscia di cuoio alquanto morbiao. Era in fettuccia larga circa dieci centimetri con due fori alle estremità nei quali si infilava il polITce ed era chiamata “a battua ra balla”. Di qui un divertente detto riferito a persona con faccia tosta (“Ti l’hai a faccia cumme a battua ra balla”)
Curiosità
Le curiosità di Aurigo.
Nel territorio di Aurigo esistono numerose edicole, chiamate anche piloni, che ripercorrono il paese ed arrivano fino alla chiesa d1 sAnt’Andrea.
Fornaci da calce: erano strutture destinate alla cottura della P,ietra calcarea
(colombi no) dalla quale si ricavava la calce da costruzione. Tali impianti assicuravano una modesta produzione , in relazione alle esigenze del mercato locale. La maggiore fornace di cui si conservi ancora memoria era situata lungo il corso dell’Impero, ed un’altra più piccola usata dagli abitanti di Poggialto si trovava in località “Ciazze”.
Inoltre è d’obbligo accennare alla predisposizione degli aurighesi alla musica in tutte le sue forme: dalle manifestazioni sacre e profane, alle serate di corteggiamento, alle canzoni da osteria, dai canti confraternali agli inni religiosi.
Ad una Aurig9 traa1z1one .esiste molto anche antica ur:, gruppo ovvero di quella appass.ionati d1 far suonare “battagliatori” le campane che con porta le avanti
braccia e le gambe co.n l’ausilio di corde divulgando così’ dall’alto del campanile vere e proprie melodie.
Nel Settecento si è scQperto un singolare artista locale: G.M. Scarella, nativo di Carpasio, residente a Poggialto ed autore delle due tele decorative con le Tentazioni di San Paolo ed il Rapimento al Terzo Cielo dipinti per il santuario di San Paolo nel 1767.
L’Ambardan: era un curioso personaggio religioso-folcloristico che vestiva in costume militare spagnoleggiante ecf assisteva alle funzioni religiose con l’incarico di mantenere l’orfilne nell’occasione di feste religiose paesane.
Manifestazioni
Le nostre manifestazioni
Aurigo
Giugno
Festa patronale di San Paolo, sagra e serata danzante
Agosto
15/08 Festa dell’Assunzione della Beata Vergine
Settembre
21/09 Festa della Beata Addolorata
Novembre
30/11 Festa di Sant’Andrea e processione verso l’antica chiesa dedicata al Santo.
Poggialto
Febbraio
09/02 Festa di Santa Apollonia
Agosto
17-20/08 Festa di San Bernardo
Ottobre: Festa della Vergine del Rosario